L’Intelligenza Artificiale Agentica non rappresenta semplicemente il prossimo passo nell’automazione: costituisce una trasformazione profonda nel modo in cui le organizzazioni operano. Secondo il blueprint Agentic Enterprise 2028 di Deloitte, ci stiamo muovendo verso un modello in cui gli agenti intelligenti non si limitano a supportare il lavoro umano, ma agiscono in autonomia per percepire il contesto, prendere decisioni ed eseguire attività lungo i flussi di lavoro.
Questa evoluzione non è speculativa né lontana nel tempo: il suo orizzonte di trasformazione è stimato in tre a cinque anni. Le organizzazioni che iniziano a prepararsi oggi non solo ridurranno gli attriti operativi, ma potranno liberare nuove forme di contributo umano e creare valore strategico inedito.
In questo contesto, autonomia non significa sostituire le persone, ma ridefinire il significato stesso del lavoro umano.
Perché ora: le forze che spingono verso l’autonomia
Il report individua tre driver principali che rendono urgente l’adozione dell’autonomia:
- Competizione accelerata – le aziende devono rispondere più rapidamente e operare con maggiore efficienza.
- Evoluzione normativa – crescono le richieste di accountability, trasparenza e gestione del rischio.
- Maturità tecnologica – i sistemi di IA possono oggi pianificare, adattarsi e coordinare, non solo classificare o predire.
In breve, l’autonomia non è più solo uno strumento per incrementare la produttività: è un mezzo per costruire resilienza in ambienti incerti.

La Scala dell’Autonomia
Per comprendere questa evoluzione, il report introduce la metafora della “scala dell’autonomia”. Si parte da sistemi che assistono e consigliano, fino ad arrivare ad agenti capaci di coordinare processi complessi e, infine, di migliorare sé stessi.
Ciò che cambia in modo particolarmente significativo è il ruolo umano a ogni stadio: con l’aumentare dell’autonomia, le persone si spostano gradualmente dall’eseguire compiti, a supervisionare come i compiti vengono svolti, fino a definire obiettivi e intenti strategici.
Il valore umano non scompare: si sposta verso il giudizio, l’interpretazione, i confini etici e la capacità di comprendere ciò che conta nel contesto.

Progettare un Modello Operativo Agentico
Uno dei messaggi più chiari del report è che l’autonomia non può essere un’aggiunta estemporanea: richiede una riprogettazione coordinata a più livelli dell’organizzazione. Sei elementi risultano essenziali:
- Strategia chiara – non ogni flusso di lavoro necessita di un agente; il lavoro deve trarre reale beneficio.
- Governance affidabile – le regole devono essere esplicite, verificabili e adattive.
- Fondazione dati solida – agenti intelligenti agiscono solo quanto i dati che ricevono sono ricchi, aggiornati e integrati.
- Architettura tecnologica interoperabile – sistemi che comunicano tra loro, non strumenti isolati.
- Sviluppo della workforce – le persone devono essere preparate a nuovi ruoli, non semplicemente “riallocate”.
- Modello di cambiamento dinamico – l’organizzazione deve imparare mentre si trasforma.
Non si tratta di un aggiornamento tecnico: è una vera e propria riconfigurazione organizzativa.
Misurare il Progresso: Return-on-Autonomy
Per assicurare che l’autonomia generi valore, il report propone il concetto di RoA – Return-on-Autonomy.
Non si tratta solo di efficienza, ma di considerare:
- Velocità di decisione
- Riduzione dei tempi di ciclo
- Diminuzione degli errori e dei rifacimenti
- Qualità dei risultati
- Soddisfazione e fiducia degli utenti degli agenti
Il valore non risiede solo nelle azioni degli agenti, ma nel modo in cui l’impresa evolve di conseguenza.

Un Percorso Graduale, Non un Balzo
Il viaggio verso l’impresa agentica è progressivo:
- Iniziare con piccoli scenari pilota, dove valore e vincoli sono chiari.
- Espandere l’autonomia a sequenze di azioni, non solo a singoli compiti.
- Progettare processi e sistemi fin dall’inizio per lavorare con e attraverso gli agenti.
Ogni passo costruisce le basi per il successivo: l’autonomia ha effetto cumulativo.
Verso il Lavoro Umano-Agentico
La transizione verso l’impresa agentica non significa semplicemente aggiungere intelligenza ai flussi esistenti. Come sottolinea il report Work, Reworked, “agentic AI isn’t just a powerful new tool — it requires us to reimagine how work gets done.”
Questo è il punto di svolta: le organizzazioni devono decidere se l’autonomia diventa un livello aggiuntivo sui processi legacy o il catalizzatore di una riprogettazione profonda del valore.
Senza un redesign, l’autonomia scala solo inefficienza. Per realizzarne il pieno potenziale, le organizzazioni devono spostarsi:
- dal cambiamento guidato dalla tecnologia alla trasformazione centrata sull’uomo
- da ruoli basati sui compiti a design del lavoro basato sui risultati
- dalla crescita dipendente dal personale alla performance scalabile attraverso l’orchestrazione
- dall’inerzia culturale alla prontezza organizzativa come capacità strategica
L’autonomia non è una destinazione: è il modello operativo che permette a esseri umani e agenti AI di operare come un sistema unico.
Le organizzazioni che guideranno questa transizione saranno quelle che riprogetteranno il lavoro dall’inizio, creando ambienti dove gli agenti digitali gestiscono complessità e scala, mentre le persone recuperano tempo, attenzione e spazio cognitivo per ciò che richiede vero giudizio, creatività e finalità.
Il futuro delle performance aziendali non è uomo contro macchina, né uomo al servizio della macchina. È lavoro guidato dall’umano, abilitato dagli agenti, ancorato ai risultati.
Chi agisce ora, con decisione e intenzione, non solo opererà più efficacemente: plasmerà un sistema di lavoro più adattivo, resiliente e significativo, dove l’autonomia diventa la base di una nuova forma di potenziale umano.


























