Il termine “spazio immersivo” viene spesso utilizzato per descrivere ambienti progettati per offrire un’esperienza sensoriale profonda e coinvolgente.
Uno spazio immersivo viene spesso creato per suscitare specifiche percezioni o sensazioni nelle persone, creare un senso di presenza e fornire un ambiente che incoraggia l’esplorazione e la scoperta.
D’altra parte, i principi di progettazione delle esperienze trasformative, come abbiamo già descritto in un articolo precedente, si riferiscono a un framework ben specifico volto alla progettazione di esperienze coinvolgenti capaci di trasformare le persone in modo significativo.
A conti fatti, uno spazio immersivo progettato secondo i principi del TED, Transformative Experience Design, può fornire, o aumentare in modo maggiormente elevato, il proprio senso di presenza (concetto già discusso quando si fa riferimento a Networked Flow e Realtà Virtuale): aspetto, questo, che permette alle persone di sentirsi profondamente coinvolte e connesse all’ambiente, incoraggiando allo stesso tempo l’esplorazione e la scoperta. La presenza è data dalla sensazione di poter sentire e vedere realizzate le proprie intenzioni. Questo senso di presenza viene spesso raggiunto attraverso l’uso della tecnologia, come la realtà virtuale o aumentata, o creando un ambiente ricco di stimoli visivi, sonori, olfattivi e tattili.
Al tempo stesso e inoltre, creare un ambiente che circonda le persone e fornisce un senso di immersione e curiosità può essere particolarmente efficace nel suscitare emozioni positive (meraviglia, flow, stupore, gioia, engagement, senso di appartenenza, purpose…), poiché offre alle persone l’opportunità di imparare e scoprire cose nuove.
Sull’importanza dello spazio e su quanto esso possa essere un facilitatore di nuove sensazioni ed emozioni, si esprime anche Cartwright (2017):
Bachelard, a philosopher of science, believed that the mind was insufficient to account for his observations about space and thus introduced the “soul” to his inquiries and the idea that pure poetic image of space has no causality — it is basic, primitive, and immediately knowable, much like Jung’s concept of the archetype. Bachelard distinguishes between the “intimate” space as seen in the domestic image of the house with its cellar, the stairs, the attic and nooks and crannies and the “exterior” space where images of immensity dominate. Bachelard and Searles explain why both intimate spaces and immense spaces can inspire us and stimulate our imaginations.
Un altro principio della progettazione dell’esperienza trasformativa (TED) è quello di fornire esperienze significative e rilevanti per la vita delle persone. Creando uno spazio coinvolgente progettato attorno a un tema o un’idea specifica, l’esperienza può essere personalizzata in modo da risuonare con gli interessi e i valori delle persone. Ciò può essere particolarmente efficace nel suscitare emozioni epistemiche – cioè quelle emozioni che detengono un legame privilegiato con la conoscenza e la comprensione del mondo – come un senso di stupore, meraviglia o illuminazione, poiché le persone sono in grado di interagire con idee che sono rilevanti per la loro vita e il loro stesso senso di identità.
Alcuni esempi? Il Super Blue a Miami, l’Esperienza Immersiva di Van Gogh o il Museo del Futuro a Dubai o il TeamLab di Tokyo.
Inoltre, non si può sottovalutare l’importanza degli spazi nel plasmare le nostre narrazioni autobiografiche, poiché hanno un impatto significativo sulla nostra percezione delle storie della nostra vita. Secondo Lengen et al. (2019), gli spazi sono un elemento fondamentale per svelare le nostre esperienze nella memoria e nell’immaginazione. Pertanto, la dimensione spaziale svolge un ruolo dominante nel definire ed esperire il sé, sia a livello individuale che collettivo (Riva et al., 2021). Le nostre identità sono largamente definite dagli spazi che frequentiamo e dai luoghi che abitiamo, come il luogo di lavoro, un istituto educativo o il nostro paese di residenza. Ad esempio, ci identifichiamo come lavoratori se andiamo in ufficio, come studenti se frequentiamo un ateneo e come italiani se risiediamo in un determinato paese.
Come abbiamo discusso in precedenza, è essenziale che una trasformazione autentica coinvolga l’individuo nella generazione di nuovi significati e nella convinzione che l’esperienza vissuta sia rilevante. Tuttavia, a causa della natura soggettiva della trasformazione personale, è impossibile prevedere come un’esperienza verrà percepita prima che essa venga vissuta. Il Transformative Experience Design o Design dell’Esperienza Trasformativa (TED) offre linee guida per suscitare esperienze trasformative attraverso determinate caratteristiche.
Queste caratteristiche specifiche includono stimoli emotivi che suscitano curiosità, interesse e stupore, così come segnali e narrazioni progettati per ispirare riflessione, riformulazione e intuizione. Tra queste esperienze, quelle di meraviglia e flow sono state identificate come avendo significativi impatti psicologici positivi. La meraviglia (awe), spesso associata al senso di stupore, è difficile da studiare a causa della sua rarità ed è caratterizzata dalla percezione dell’immensità che mette alla prova gli schemi cognitivi. Il flow, d’altra parte, viene descritto come uno stato di completo assorbimento in un’attività, uno stato ampiamente teorizzato e dimostrato dallo psicologo ungherese Csikszentmihalyi.
La creazione di spazi coinvolgenti ed immerisvi, pertanto, oltre ad essere sempre più comune, dovrà seguire i principi del design trasformativo per fornirci la possibilità di creare qualcosa di veramente rilevante per la vita delle persone. Nell’economia dell’esperienza, come identificata da Pine e Gilmore, sarà sempre più necessario progettare nuovi modelli virtuosi capaci di avere un impatto reale sulla capacità delle persone di vivere esperienze trasformative ed emozioni positive.
Nelle parole di Alvin Toffler in Future Shock:
To survive, to avert what we have termed future shock, the individual must become infinitely more adaptable and capable than ever before. We must search out totally new ways to anchor ourselves, for all the old roots — religion, nation, community, family, or profession — are now shaking under the hurricane impact of the accelerative thrust. It is no longer resources that limit decisions, it is the decision that makes the resources.