Il Social Business spiegato da un’azienda di… conigli! – Alcune riflessioni su co-creazione, ROI e innovazione nei Social Media

April 13, 2011 — Leave a comment

In un post precedente mi sono occupato di Social Business e di come questo possa essere applicato alle logiche organizzative con discreto successo migliorando i processi di collaborazione, comunicazione e innovazione sia all’interno dell’azienda sia al suo esterno (rafforzando le relazioni tra partner, clienti, consumatori, utenti e stakeholder). Come sempre – in questi ultimi temi – a essere posto al centro di tutto è la persona.
Ma che cos’è esattamente il Social Business e che vantaggi può dare alla mia organizzazione?
Una serie di divertenti video realizzati da ORACLE dal titolo “Bunny Inc.” mostrano gli incontri – assai divertenti – di un CIO con varie figure dell’azienda che richiedono una socializzazione sempre maggiore dei loro processi di business e flussi di lavoro: il risultato?

Partiamo dal primo episodio:

 

Mr CIO incontra Mr Executive Manager. Ecco la prima necessità: ottenere informazioni dai propri clienti in tempo reale, aggiornate e ovunque ci si trovi, una sfida complessa che – come ben illustra il video – non puo’ essere improvvisata senza una strategia di fondo che orienti le azioni da compiere e iscriva il tutto in quadro ben preciso di riferimento.
Andiamo al secondo episodio della serie:

Mr CIO incontra Mrs Sales Manager. La sfida – questa volta – è quella di integrare all’interno del ciclo di vendita le esperienze e le conoscenze – estremamente vaste – del pubblico a cui ci si riferisce: ma come farlo? Non certo mettendo assieme differenti tool in modo casuale, il rischio è proprio quello che appare alla fine del video: una soddisfazione immediata che a lungo andare viene tradita e sconfessata. La strategia giusta, anche in questo caso, deve partire da un solito apparato che faccia da framework rispetto a quello che si vuole fare. Come a dire – per citare Seneca – “non esistono venti favorevoli per chi non sa dove andare“.
Terzo episodio.

 

Nel terzo capitolo della serie Mr CIO incontra il responsabile del Marketing. Due figure apparentemente distanti che nel Social Business trovano – o dovrebbero trovare – un punto di incontro.
L’obiettivo? Creare maggiore coinvolgimento e partecipazione tra i propri clienti rafforzandone i dialoghi informali e la condivisione di esperienze. Il risultato? Pessimo se non si sa come gestire la cosa. Mr CIO fa proprio quello che non si deve fare, dando un ottimo esempio di come un coinvolgimento casuale dei dipendenti e dei clienti all’interno del ciclo produttivo di un’organizzazione possa generare più danni che altro. La telefonata di Mrs Finance in questo senso è chiara. Anche qui serve un preciso frame all’interno del quale inquadrare quello che si sta attorno.
Quarto episodio.

 

Le cose si complicano: Mr CIO si trova di fronte a Mrs Finance, nel tentativo di dimostrare quella che sembra essere la quadratura del cerchio del terzo millennio: il ROI dei Social Media. Come misuro i vantaggi che il Social Business porta alla mia impresa? quali indicatori posso usare? Come posso muovermi per capire se i miei investimenti sono stati ripagati. Il calcolo del ROI in un ambiente come questo è complesso ed è simile a quello della formazione, dove a fronte di spese ben definite e chiare (costi dei docenti, delle aule, dei materiali…) non si hanno sempre ritorni molto ben quantificabili in termini economici. Un recente post di Stefano Mizzella – http://www.socialmediascape.org/valutare-la-presenza-social-di-un-un-brand-un… – mette in evidenza come sia possibile valutare la presenza online di un brand in termini di efficienza, coinvolgimento, innovazione… Penso che la strada corretta sia quella di applicare modelli simili: multidimensionali, sociali, fluidi al calcolo del ROI e del benessere organizzativo.
Ricordiamoci sempre che come diceva anche Einstein: “not everything that can be counted counts, and not everything that counts can be counted“.
Quinto – e ultimo – episodio.

 

Mr CIO e Mr Product Devlopement Manager. Cosa fare quando le nostre geniali idee sembrano essere troppo “avanti” per i nostri interlocutori? I consumatori possono realmente inseriti nel ciclo produttivo per generare innovazione e partecipare al processo di co-creazione? Alcuni casi eccellenti a livello internazionale sembrano far propendere per il sì, ma attenzione – anche in questo caso – ai possibili rischi.

E voi, cosa ne pensate?

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