Parlando con amici, parenti o chiunque me lo domandi mi trovo sempre in difficoltà a definire esattamente quello di cui mi occupo e l’ambito di lavoro a cui appartengo. Cercherò di fare un po’ di chiarezza provando a introdurre il concetto di Social Business e di come questo cambiamento di paradigma possa avere effetti notevoli sulla modalità di considerare il proprio lavoro e i propri schemi organizzativi. Cominciamo con una definizione. Come si legge sul sito del Social Business Forum, l’evento organizzato da OpenKnowledge (http://www.open-knowledge.it) per il prossimo 8 giugno 2011 (http://www.socialbusinessforum.it/what-is-social-business/), un Social Business è:
“An organization that has put in place the strategies, technologies and processes to systematically engage all the individuals of its ecosystem (employees, customers, partners, suppliers) to maximize the co-created value”
Come si mette ben in evidenza ci sono alcuni punti sui quali è importante insistere per la comprensione del frame teorico che sta alla base di questo cambiamento di paradigma:
- La separazione tradizionale, che tanto è stata utilizzata, e che ancora oggi è in vigore tra interno dell’azienda ed esterno dell’azienda non ha più significato di esistere. Oggi più che mai ciò che succede all’esterno della nostra azienda ha impatto sulla nostra reputazione e influenza i meccanismi e le dinamiche interne.
- I processi di decision-making e change management non sono più in mano né ai consumatori né ai manager: ma riguardano tutti i livelli dell’ecosistema organizzativo, sia internamente sia esternamente, in un’ottica più sistemica, emergente e reticolare che organizzata e chiusa.
- Lo scambio e la partecipazione tra interno ed esterno sono favorite dal coinvolgimento più che dalla comunicazione.
- L’ultimo scopo del SB non è di generare valore per gli stakeholder ma di massimizzare il valore che è scambiato internamente ed esternamente attraverso una riorganizzazione che rende l’azienda più flessibile, dinamica e reattiva.
Emanuele Quintarelli nel suo blog Social Enterprise (http://www.socialenterprise.it/) propone una schematizzazione di questi processi che permette di comprendere – molto in sintesi – in che modo il Social Business possa essere considerato un processo adattivo basato su un continuo scambio di feedback e un continuo meccanismo di crescita reticolare.
A questo punto ci si potrebbe domandare quali vantaggi si possono avere dall’adottare un approccio come questo. La risposta è molto semplice. Si guadagna in efficienza e in efficacia della propria impresa, si gestisce meglio il flusso di lavorio e di informazioni, si è appetibili, più reattivi al cambiamento, meno indeboliti dalle crisi economiche, decentralizzati, dinamici. In una parola l’organizzazione è un sistema vivo che reagisce (e agisce) rispetto a ciò che succede nell’ecosistema più ampio.
Sempre Quintarelli pone il Social Business all’interno di un modello più ampio che è riportato in tabella sotto e che ben fa comprendere a che livello ci si posiziona. Se pensate alla vostra organizzazione dove siete? A che livello di collaborazione, apertura verso l’esterno e condivisione siete? Come vi posizionate rispetto ai vostri clienti?
Avere la capacità – e la lungimiranza – di intuire le prospettive e gli sviluppi di questo approccio possono fare davvero la differenza tra un’organizzazione che avrà un roseo futuro e una che subirà il cambiamento.
Comprendere questo scenario risulta interessante anche per analizzare più nel dettaglio il tema di questo blog: il Social Learning. Proprio come il SB il SL è un processo adattivo, emergente, connesso e di rete. Si tratta di due dimensioni – a mio avviso intimamente connesse – che si integrano e che richiedono l’una la presenza dell’altra. Il Social Business rappresenta il contesto ideale all’interno del quale è possibile parlare di apprendimenti emergenti e informali nella chiave sociale propria delle teorie alla base del Social Learning. Allo stesso modo il Social Business si basa su una serie di assunti informali e di apprendimenti non strutturati che sono propri del SL. Proprio al SBF2011 sarà presente George Siemens – guru internazionale su questi temi – che discuterà proprio di questo legame tra organizzazione adattiva e processi di apprendimento emergente.
Per capirne di più e per imparare veramente a muovere i primi passi in questo ambiente, il consiglio è – quindi – quello di non mancare l’appuntamento con il Social Business Forum del prossimo 8 Giugno 2011.
Vi lascio con qualche foto e il video del Keynote di apertura dell’edizione 2010 (ancora International Forum on Enterprise 2.0): trovate il pool di tutte le fotografie ufficiali su Flickr http://www.flickr.com/photos/socialbusinessforum
E per chi fosse interessato ad approfondire i temi (a vedere slide e video della precedente edizione) è ancora online il sito della vecchia edizione http://www.enterprise2forum.it/it
Ci vediamo li?