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Di recente sto approfondendo uno dei temi che sembrano essere la classica next big thing (per dirla all’americana). I Big Data e il relativo studio di metriche e di analytics per comprenderne il valore e usarli nell’ambito organizzativo e di business. Che cosa sono ? Come funzionano? Come possono essere utilizzati e compresi?

Ma andiamo con ordine.
Che cosa sono i Big Data?

Big data usually includes data sets with sizes beyond the ability of commonly-used software tools to capture, curate, manage, and process the data within a tolerable elapsed time. Big data sizes are a constantly moving target, as of 2012 ranging from a few dozen terabytes to many petabytes of data in a single data set. With this difficulty, a new platform of “big data” tools has arisen to handle sensemaking over large quantities of data, as in the Apache Hadoop Big Data Platform.
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, an open approach to Information Management, defines big data in terms of useful permutations, complexity, and difficulty to delete individual records. In a 2001 research report and related lectures, META Group (now Gartner) analyst Doug Laney defined data growth challenges and opportunities as being three-dimensional, i.e. increasing volume (amount of data), velocity (speed of data in and out), and variety (range of data types and sources). Gartner, and now much of the industry, continue to use this “3Vs” model for describing big data. In 2012, Gartnerupdated its definition as follows: “Big Data are high-volume, high-velocity, and/or high-variety information assets that require new forms of processing to enable enhanced decision making, insight discovery and process optimization”.
In 2012 Courtney Lambert extended the Gartner definition to “4Vs” by adding the term ‘virtual’, thus scoping the discussion to only include online assets.

In sostanza l’accento è posto su alcune dimensioni fondamentali che caratterizzano questa enorme mole di dati. Le dimensioni chiave sono quindi:

  • Il volume: la mole e la quantità di questi dati raggiunge dimensioni assolutamente imponenti (per fare un esempio basti pensare al CERN di Ginevra dove il LHC rilascia ogni secondo oltre 4Gb di dati e solo una minima parte viene selezionata e utilizzata per le analisi)
  • la velocità: incredibile ed elevatissima in cui questi dati vengono diffusi e aumentano di volume, rappresentando una vera sfida per gli analisti e per gli strumenti stessi di misurazione
  • la varietà: i dati, i big data, possono essere anche molto differenti tra loro
  • Infine sulla 4V ci sono diverse scuole di pensiero che coprono a volte la virtualità dei dati a volte la veracità, in questo secondo caso l’accento è posto sulla difficoltà nella gestione di questi dati e sulla complessità che molto spesso presentano proprio a causa dell’estrema varietà e indefinitezza in cui spesso ci si trova a lavorare.
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Il fenomeno sta quindi cominciando ad uscire dalla aule universitarie e dai dipartimenti per muoversi dalla nicchia in cui era collocato. In questo senso possiamo considerare il fenomeno dei big data come un fenomeno molto complesso e altrettanto interessante che risulterà sicuramente utile monitorare in futuro. Sia per le organizzazioni sia per le società di consulenza.

Come si legge anche nel report di IBM dedicato all’argomento (ne consiglio vivamente la lettura. E’ disponibile a questo indirizzo: http://www-01.ibm.com/software/data/infosphere/bigdata-analytics.html )

“Big data” – which admittedly means many things to many people – is no longer confined to the realm of technology. Today it is a business priority, given its ability to profoundly affect commerce in the globally integrated economy. In addition to providing solutions to long-standing business challenges, big data inspires new ways to transform processes, organizations, entire industries and even society itself. Yet extensive media coverage makes it hard to distinguish hype from reality – what is really happening? Our newest research finds that organizations are using big data to target customer-centric outcomes, tap into internal data and build a better information ecosystem.

Ecco alcuni degli aspetti fondamentali che sono sottolineati nel report.

  • I Big Data si stanno evolvendo rapidamente muovendosi verso applicazioni più concrete e realizzazioni pratiche. I livelli di adozione e di crescita di consapevolezza sono ben rappresentati nello schema che segue. E’ necessario procedere per step sino ad aumentare il coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali e comprendere in che modo questi strumenti possano essere utilizzati all’interno delle organizzazioni.
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  • I Big Data possono essere un’ottima leva per raggiungere, comprendere e relizzare le aspettative dei consumatori e dei clienti. Si tratta sicuramente di un’arma strategica molto importante che è bene comprendere.
    Come sottolinea anche Emanuela Zaccone (Zatomas) in quest’ottimo post: http://www.techeconomy.it/2012/09/28/big-data-e-social-media-monitoring-lingu… i big data possono essere un’ottima integrazione al processo di social media listening e monitoring fornendo nuovi volumi di dati e nuovi spunti in grado di migliorare il lavoro degli analisti.
  • I Big Data non solo sono un’eccellente strumento di lettura ma possono anche essere impiegati per anticipare istanze, problemi e per avere un quadro migliore del contesto e comprendere appieno l’ecosistema. Esattamente come per l’Organisational Network Analysis e la Social Network Analysis trovare modalità per visualizzare i big data potrebbe essere la chiave di accesso per dare un “volto” a ciò che di solito rimane senza corretta comprensione. Una migliore visione del quadro operativo è sicuramente il miglior modo per affrontare le sfide poste dal mercato.

In questo senso risulta interessante anche evidenziare gli aspetti del report di McKinsey dedicato all’argomento, di taglio
differente rispetto a quello IBM ma di sicuro interesse (il report è disponibile qui: http://www.mckinsey.com/insights/mgi/research/technology_and_innovation/big_d… )

Alcuni degli elementi che emergono da questo report sono:

  • Il mercato che ruota attorno ai Big Data è in fortissima crescita ed espansione. Alcuni dati? 5 miliardi sono gli smartphone usati nel 2010. 30 miliardi i contenuti condivisi su Facebook ogni mese.
  • I dati hanno assunto dimensioni sempre più importanti all’interno dello sviluppo del business e all’interno delle organizzazioni. Il loro utilizzo diviene sempre più chiave e cruciale all’interno degli scenari evolutivi delle aziende
  • I Big Data creano valore in molte e differenti modalità se correttamente impiegati e compresi. Nello specifico:
    • I Big Data rendono possibile una migliore trasparenza e un miglior utilizzo delle informazioni. In questo senso basti pensare all’importanza che i dati rivestono nel settore pubblico e in diversi ambiti. Se i dati dovessero diventare trasparenti e ricercabili da parte di tutti ne beneficerebbe molto la trasparenza
    • I dati sono fondamentali per migliorare le performance e comprendere meglio il contesto in cui si muovono le organizzazioni.
    • I dati ci aiutano a comprendere al meglio i nostri clienti e il nostro pubblico. Attraverso i dati possiamo anticipare le esigenze e ascoltare in modo più attivo le richieste dei consumatori convertendole in strategie di azione e momenti concreti. Attraverso i big data come viene sottolineando nel report sono utili anche per la segmentazione.
    • Automatizzare il processo di decision making e renderlo più semplice. Con l’uso di algoritmi che possano facilitare l’analisi del contesto è possibili facilitare di molto i processi di decision making e di problem solving all’interno delle organizzazioni.
    • Fornire nuovi spunti per i processi di innovazione partecipata

Alcune proiezioni di McKinsey sottolineato poi come i Big Data possano contribuire a innalzare di molto la produttività e il ritorno dell’investimento in alcuni specifici settori e industry:

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